Lettere, Documenti e…promesse sulla vicenda Atesia

In questo post ho deciso di raccogliere materiale riguardo alla vicenda Atesia, per farvi capire quando sono state prese certe decisioni e di come reagiranno i protagonisti della vicenda.

..fatevi un’idea, io qualche conclusione (forse affrettata) l’ho già tratta: a parte avere la scusa per un po’ di licenziamenti mascherati “lasciando a casa persone”, credo che la vicenda terminerà con qualche assunzione in stile “contentino” per i lavoratori inbound…per gli outbound cambierà ben poco, se non niente.

Pronto ad essere smentito…coi vostri commenti.

9 Responses to Lettere, Documenti e…promesse sulla vicenda Atesia

  1. […] Segnalo l’interessante post sul Blog a progetto e la raccolta di link. […]

  2. Minitoriamo che succede “a Monza”, poi tiriamo le somme (o i sassi, se sara’ il caso..). Abbiamo tantissimi contatti su tutti i servizi, quindi se scoppia il caso lo sapremo subito.
    Nel frattempo segnalo ben due operatrici inbound cui NON verra’ rinnovato il contratto in quanto “troppo spesso ammalate”.
    Potrei anche postarestralci delle loro mail ma prima vorrei che mi autorizzassero e bla bla.
    Siamo al medioevo del diritto del lavoro, signori, e nessuno dice niente.
    I TG parleranno della nostra generazione solo e soltanto quando si trattera’ di criminalizzare coloro che passeranno alle vie di fatto.
    Speriamo il questo blog.

  3. sonounprecario ha detto:

    ..sono a conoscenza di queste due lavoratrici, ma sicuramente tu conosci meglio la vicenda…quindi ti invito a postare, magari non mettendo nomi ma spiegando la situazione…perché è assurda, come tutto ciò che riguarda i call center..

  4. Gegio ha detto:

    è bene che qualcosa si muova…consiglio a “lavoratoreflessibile” di fare come consigliato da “sonounprecario”: riscrivi il tutto e posta…almeno veniamo a conoscenza delle sfaccettature più sfaccettate della vicenda.

    Ragazzi qui si riprende a lottare quando via a fare volontariato???

    Statemi bene

  5. Tratto da http://www.corriere.it:

    Economia

    25 ago 17:36

    Call Center: Epifani, “Un tavolo di confronto”

    RIMINI – ”Un tavolo di confronto per tutti i call center, per affrontare con attenzione il problema”, cosi’ il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, dopo la questione di Atesia, costretta dopo un’ispezione ad assumere 3200 lavoratori e gia’ pronta a fare ricorso. Epifani ha sottolineato che ”parte del lavoro che si svolge” nei call center ”e’ ”dipendente, ma mascherato da altre forme per ragioni di convenienza dei costi”. Il problema dei call center ”va sanato. I modi e i termini – ha concluso – li vedremo al tavolo”. (Agr)

  6. sempre dal corriere:

    …Alberto Tripi, responsabile del terziario per Confindustria nonché titolare di Atesia ha precisato che l’accordo del 14 giugno gli sarebbe costato dai 20 ai 30 milioni di euro ma il verbale degli ispettori — contro il quale ricorrerà al Tar — se passa «costringerà il mio gruppo a prendere decisioni drastiche». Cioè chiudere in Italia e trasferire l’attività in altri Paesi «dove si parla italiano »…

    Ah si?
    E dove li trovate 10.000 schiavi che parlino italiano per due lire?
    A San Marino?
    Nel Canton Ticino?
    In Somalia?
    In Libia?
    In Albania?
    Oppure gli immigrati d’inizio secolo (ormai novantenni!) in Argentina, Uruguay e Venezuela?

    Ma per favore.

  7. sonounprecario ha detto:

    …una minaccia che fa tremare…sono sempre più ridicoli, ma c’è chi gli crede.
    Le minacce sono altre e come sempre…sono nascoste..

  8. Alessandro ha detto:

    Ho lavorato per 5 anni in un call center, anche con contratto a tempo indeterminato. Laureato, nel frattempo ho cercato altro lavoro. Fra di noi c’erano molti laureati, e persone cui mancava solo la tesi di laurea. Ecco l’Italia con la classe dirigente più giovane del mondo !!!! esiti: chi è uscito è andato a lavorare in Olanda, Scozia, Germania. Non è il mio caso, ma quello di molti colleghi. Non solo; la perdita di un grosso account ha fatto si che a molti “tempi indterminati” sia stata offerta la buonuscita per andarsene, confermando la non intenzione ad attuare vertenze o rivendicazioni sindacali. Firma difronte alla Commissione del DPL. Ora l’azienda si basa su pochissimi tempi indterminati e tutti determinati a 3,max 6 mesi di contratto. Non solo; chi non ha vissuto tutto questo, non sa assolutamente cosa sia il lavoro alienante di un call center. Provare per credere; e chi l’ha provato, puo’ dirlo.

  9. sonounprecario ha detto:

    Io l’ho provato per 3 anni e posso sottoscrivere quello che dici… Però è più facile insultare l’operatore, dopotutto è l’unica voce che le grandissime, maganime ed etiche telco italiane offrono.