Depenalizzare il penalizzare

gennaio 30, 2008

Finalmente, dopo qualche anno, i conti tornano. In 5 minuti i giudici (che questa volta non saranno comunisti, prevenuti, ecc…) hanno assolto Silvio Berlusconi, annunciando tristemente che in Italia “il falso in bilancio non è più reato”. Festa a casa Dini.

Nel gennaio 2002 infatti, a tempo di record, l’allora ministro della giustizia Roberto Castelli ha varato un provvedimento secondo il quale il falso in bilancio farebbe parte di quella finanza creativa di cui parlava Tremonti. Tradotto in parole povere, se già pochi imprenditori o industriali pagano le tasse in modo corretto, ora potranno anche falsificare i bilanci a piacimento, tanto l’Italia è il paese dei furbi.

Non c’è da stare allegri insomma: nei processi in cui Berlusconi è stato riconosciuto colpevole e condannato con sentenza definitiva, si è salvato grazie ad amnistie, prescrizioni varie o, appunto, nuove leggi ad personam approvate dai suoi governi nel più assoluto silenzio. Tra i 22 procedimenti giudiziari a suo carico, in corso rimangono le indagini sui diritti televisivi, falso in bilancio, frode fiscale, appropriazione indebita; rinvio a giudizio per tangenti a David Mills, corruzione giudiziaria; rinvio a giudizio per corruzione (quando ha raccomandato attrici in RAI e ha “tentato” di comprare senatori). Ma state tranquilli, tra indulto e stato delle cose non credo che Berlusconi verrà mai incriminato per qualcosa.

È come se un assassino non venisse condannato perché l’omicidio non è più reato, per usare una metafora. Tutto questo accade realmente in Italia, il paese dei balocchi, del fregare il prossimo oggi ed essere fregati domani, dei Mastella, della tv, di Berlusconi, della pizza, della mafia e del vaffanculo a prescindere.

L’incolmabile distanza tra la politica e i cittadini

gennaio 24, 2008

Il caso Mastella ha condotto a molte, moltissime riflessioni. Non solo sul piano politico e giudiziario, ma anche sul piano umano.
Si stava discutendo sull’aumento del contratto dei metalmeccanici che forse avrebbero ottenuto qualcosa ed era giunto il tempo in cui i precari forse cominciavano ad intravedere che qualcosa potevano riscuotere, politicamente e legislativamente parlando. Ora toccava a noi, era arrivato il momento in cui i cambiamenti in tema lavoro dovevano venire affrontati. L’ultima spiaggia insomma.

Mastella, non sapendo niente di niente di tutto questo, se non a parole come tutti i politici, se ne è beatamente sbattuto le palle: l’altro ieri garantiva la fiducia al governo, ieri garantiva la fiducia esterna, il giorno dopo va da Vespa travestito da martire col suo 0,7% ad aprire la crisi di Governo e domani si alleerà con Berlusconi, che senza ritegno raccatta su il raccatabile, promettendogli magari immunità contro le toghe rosse.
Una cosa vorrei sottolineare al di là di tutto e del Prodi di questi giorni: il fatto che il Governo, pur dimostrando una certa solidarietà istituzionale a Mastella (che comunque alla fine si è fatto i cazzacci suoi alla faccia della crisi economica e sociale italiana), ha dimostrato e garantito la totale indipendenza della magistratura. Non si sono permessi di fare come qualcuno di nostra conoscenza: la separazione dei poteri è imprescindibile, altrimenti ci troveremmo in un regime piduista-berlusconiano.

Si andrà al voto, sì, ma con questa legge elettorale schifosa fatta da chi era interessato solamente a farsi rieleggere ad ogni costo, la situazione di instabilità sarà più o meno la stessa (al Senato); il problema è che tornerà Berlusconi dopo i 5 anni più bui della storia italiana recente e in un periodo come questo, in cui il ceto medio ha sempre meno soldi da spendere, la destra al governo è la cosa più sbagliata che ci sia. Sarei felicissimo se nessuno andasse a votare, ma in realtà assisteremo al canonico teatrino pre-elezioni insieme a tutto il resto, dati e statistiche inventate comprese.